lunedì 3 marzo 2014

Quando il popolo si ribella ai Russi. Ungheria 1956-Ucraina 2014

Quello che sta succedendo in Ucraina ricorda molto da vicino quello che successe in Ungheria quasi sessanta anni fa.
Nel 1956 il popolo Ungherese si rivoltò contro la Russa sovietica, manifestando contro la presenza comunista, che non potevano più tollerare.
Iniziò la cosiddetta "rivoluzione ungherese" che mirava ad espellere i russi dal territorio magiaro, ad uscire dal patto di Varsavia. Tale rivoluzione però portò soltanto vittime (quasi tremila), poiché l'Ungheria entro a far parte degli stati satelliti dell'URSS fino alla caduta del muro di Berlino. I morti erano di entrambe le fazioni: di fatti c'era chi era contrario alla presenza russa, e chi era favorevole.

In Ucraina accade una cosa simile: ricapitoliamo.


Come è iniziato tutto


Il presidente Ucraino Yanukovic, che si è sempre schierato dalla parte del Cremlino, qualche mese fa ha deciso di intavolare un accordo con Bruxelles, per entrare a far parte dell'Unione Europea. Tale volontà era dettata dalla morsa della crisi economica, ed era considerata come l'ultima carta da giocare. L'Europa però ce l'ha messa tutta per creare problemi all'Ucraina, dettando condizioni difficilmente realizzabili.
Yanukovic ha così dovuto rinunciare all'accordo con l'UE, sicuro dell'aiuto della Russia di Putin, che avrebbe elargito al suo paese 15 miliardi di dollari.
Il popolo però, almeno la componente anti-russa, non ha gradito questa mossa, riversandosi per strada.
E' stata l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fatti nella memoria erano e sono ancora vive le elezioni del 2004, in cui ci furono evidenti brogli elettorali, e il leader del movimento arancione avverso alla politica di Yanukovic, Iulia Timoshenko, stava ancora in prigione.
Quest'ultima ora è libera, ma la rivoluzione anti-russa non ha avuto l'approvazione di tutto il paese.


Crimea


La Crimea è stata storicamente un luogo strategico (si affaccia sul mar Nero) nell'Europa dell'est, ed ha avuto sempre una storia travagliata (anche noi italiani vi abbiamo combattuto, ai tempi di Cavour).
Nel 1954, in occasione del trecentesimo anniversario dell'alleanza Ucraina-Russia, Cruscev decise di "regalarla" all'Ucraina. Dunque è evidente che la popolazione, come attestano stime ufficiali, sia composta dal 60% di Russi.
Una parte di questa percentuale è legata molto al Cremlino, e oggi chiede la secessione. Il 30 Marzo è previsto il referendum per decidere il futuro geopolitico della Crimea.
In queste ore in Crimea hanno addirittura eletto un proprio leader, Aksyonov (che ha addirittura fatto un discorso in cui chiedeva aiuto a Putin ed addirittura trasmesso nelle TV russe integralmente), e dunque la situazione va sempre più peggiorando. Situazione che è andata peggiorando soprattutto per l'avanzata delle truppe russe nel territorio ucraino.

In Ungheria non finì così nel 1956, anche se una divisione qualche tempo dopo ci fu in quelle zone (inutile ricordarlo: il muro di Berlino).
Le conseguenze che questa secessione può portare sono innumerevoli.
Anzitutto potrebbe lacerarsi ancora di più il rapporto Russia-Europa, visto che l'Ucraina, a meno di clamorose retromarce, entrerà a far parte dell'Unione Europea in un futuro prossimo. Inoltre l'Ucraina ha un debito enorme da pagare al gigante russo del gas, Gazprom, che ha concesso gas ad un prezzo di favore fin'ora. Infine, dietro il progetto rivoluzionario ucraino, c'è la longa manus di Barack Obama, degli U.S.A.

Che si torni ad una nuova guerra fredda?

Federico Sconocchia Pisoni

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