lunedì 10 marzo 2014

Lotta di genere - La parità di genere nell'Italicum

Non bastavano le varie polemiche sull’emendamento D’Attorre che prevedeva di formulare la legge elettorale soltanto per la camera e non per il senato, oppure la disputa sulle preferenze. A creare ostacoli all’iter della legge elettorale ci si è messo anche il problema della parità di genere.
Intendiamoci, è una battaglia sacrosanta, che vede una vera e propria lotta di genere fra i parlamentari e le parlamentari di tutti gli schieramenti politici.
Angelino Alfano apre ad una soluzione, dicendosi favorevole ad una parità elettiva fra donne e uomini, ma, aggiunge, se ciò dovesse compromettere l’intera legge elettorale ed il suo percorso legislativo, farebbe un passo indietro.
Nei giorni precedenti alcune parlamentari hanno scritto una lettera comune per sensibilizzare l’intero parlamento sulla vicenda, e sull’importanza che ha un’effettiva parità di genere. Si legge:
Siamo convinte che non sia possibile varare una nuova legge senza prevedere regole cogenti per promuovere la presenza femminile nelle istituzioni e per dare piena attuazione all'articolo 3 e all'articolo 51 della Costituzione.”
E’ nato un movimento trasversale, che comprende le donne di tutti i partiti. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha affermato che se non sarà sciolto il nodo della parità di genere, questa legge elettorale potrebbe farci fare un passo indietro, piuttosto che lanciarci in un nuovo orizzonte politico.
Giovanni Toti anche apre al confronto sulla questione, smentendo un atteggiamento assunto dai parlamentari Forza Italia dei giorni precedenti. Di fatti continuano ad essere forti i pressing a Berlusconi, molti parlamentari chiedono al cavaliere di mantenere una posizione di rifiuto; tuttavia ciò potrebbe ritorcersi contro Forza Italia dando forza agli altri schieramenti politici, compreso il PD di Renzi.
Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto la sua, non prettamente sulla legge elettorale, ma più in generale sul sessismo in politica che egli reputa un “virus da estirpare”.
I partiti che hanno invece preso in maniera chiara le distanze dal dibattito sono stati la Lega Nord e il Movimento Cinque Stelle: il primo perché non avendo deputate donne non ha evidentemente alcun interesse in merito alla questione, il secondo perché semplicemente non si trova d’accordo con la proposta dell’emendamento.
Personalmente non sono d’accordo con la proposta avanzata in parlamento. Il nocciolo del problema è che arrivati nel 2014 nessuno dovrebbe mettere in discussione la parità di genere; purtroppo invece è spesso sotto gli occhi di tutti quanto sia diseguale il rapporto uomo-donna. E’ diventato dunque necessario e doveroso inserire la parità di genere nella legge elettorale. Rimane, tuttavia, inaccettabile che ancora si debba mettere per iscritto una cosa del genere. Inoltre, paradossalmente, questa legge potrebbe rivolgersi contro la tanta amata e richiesta democrazia (non che ora con la nuova legge si faccia un passo avanti in questo senso),  perché un politico non dovrebbe entrare in parlamento soltanto in quanto avente l’organo femminile, ma perché portatore di proprie idee e valori.

Quanto tempo passerà prima che si arrivi al futuro?


Federico Sconocchia Pisoni - @fedescony

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