Matteo Renzi mercoledì prossimo (come invece ha fatto in
questa settimana) non continuerà a fare il giro delle scuole, a causa di una
dovuta conferenza stampa dopo la svalutazione dell’Italia da parte di Olli Rehn
Il piano per salvare l’italia dell’ex sindaco di Firenze
prevedere tre punti fondamentali: lo Jobs Act (nome dall’antico sapore
anglosassone), il piano casa e il piano scuola, con l’obiettivo di stanziare 2
miliardi di euro per l’edilizia scolastica. Fra i tre, quello più atteso e più
importante è lo Jobs Act.
Jobs Act
Lo Jobs Act è il piano per far ripartire il mercato
lavorativo nel nostro paese. Esso consiste fondamentalmente di tre punti.
Il primo è il sussidio universale di massimo due anni. In
sostanza è una sorta di sussidio di disoccupazione mascherato, ma più elastico.
In questo modo Renzi ha l’intenzione di togliere la cassa integrazione, che mai
come in questi tempi è usata a vantaggio degli imprenditori ed a discapito dei
lavoratori.
Secondo i dati raccolti da Padoan, neo ministro dell’Economia
e delle Finanze, e da Poletti, neo ministro del Lavoro, la copertura finanziaria
corrisponderebbe a 9, 5 miliardi di euro. Una spesa non indifferente. Il
governo infatti non ha ancora chiaramente detto da dove prenderà materialmente
quei soldi.
Il secondo punto riguarda la cosiddetta “garanzia giovani”
ovvero un piano contro la disoccupazione giovanile soprattutto riguardante gli
under 25. In questo caso, però, i fondi verrebbero stanziati dall’Unione
Europea, e corrispondono a 1,5 miliardi di euro.
In che modo verrà spesa questa
somma?
Nella creazione di posti di lavoro, ma soprattutto nella
formazione lavorativa dei giovani. Tutto ciò in realtà era progettato già
durante il governo Letta, dall'allora ministro Giovannini.
Riguardo al terzo punto, Renzi è intenzionato a creare
contratti di lavoro a tempo indeterminato a tutele progressive. Ciò significa che più si va avanti con l’età lavorativa, e più si hanno tutele. Questo,
ovviamente, potrebbe andare a discapito dei giovani, che avrebbero meno tutele
(non che ora ne abbiano molte di più).
Tuttavia rimane l’importanza cruciale di questo piano, che
deve essere attuato il più presto. Il 41,1% di disoccupazione fra i giovani
registrato qualche mese fa è allarmante, come è allarmante la svalutazione da
parte dell’Europa, che ci ha sfiduciato assieme alla Croazia e alla Slovenia,
non proprio due paesi modello.
Il caso Italia rimane al centro dell’attenzione, perché
qualora dovesse fallire, ma già in questo momento, potrebbe creare dei seri
problemi a tutta l’eurozona. D'altronde il nostro paese, checché se ne dica,
rimane di importanza cruciale all'interno dell’Europa, e abbiamo un peso
specifico maggiore di paesi come Grecia o Portogallo (anch'essi, come sappiamo,
colpiti gravemente dalla crisi). Dunque un piano di risanamento dei conti
pubblici attuato dall’Europa, con la forza con cui è stato attuato in Grecia,
sarebbe il punto di arrivo di un processo che vede all'alba il fallimento di un
sogno nato più di cinquant’anni fa, chiamato Europa.
Continueremo a sognare?
Federico Sconocchia Pisoni - @fedescony
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