lunedì 24 marzo 2014

L'agenda Renzi

Vi ricordate il discorso di Renzi appena nominato Presidente del Consiglio? Davanti al circo mediatico aveva dettato la sua agenda: a febbraio la legge elettorale, a marzo la riforma del lavoro, ad aprile quella della Pubblica Amministrazione, a maggio quella del fisco, per poi aggiungere qualche giorno dopo che a giugno avrebbe messo mano alla riforma della giustizia. Be’, sebbene per la riforma della legge elettorale abbia sforato di qualche giorno, non si può dire che non stia mantenendo le promesse. Sta finendo marzo, e la riforma del lavoro (il famoso Jobs Act), per quanto possa essere stata criticata dai sindacati, è stata messa su carta grazie al decreto legge del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Nel frattempo continua la battaglia per riformare la costituzione. Per venerdì, infatti, il premier annuncia che si inizieranno i lavori per l’abolizione del senato, una riforma costituzionale che per motivi meramente tecnici potrà essere completata verso fine 2015. Aspettando la prossima riforma della pubblica amministrazione, anticipata dalla polemica sugli stipendi dei dirigenti che ha fatto stizzire Moretti di Ferrovie dello Stato, possiamo porre l’accento su una caratteristica del premier Matteo Renzi. Secondo uno stile molto british, molto thatcheriano, il premier bada alle sue riforme senza dare troppo spago alle polemiche degli avversari. Questo si sta vedendo con lo Jobs Act, che secondo i sindacati italiani non fa che portare più precarietà nel lavoro. Finalmente è stato dunque smentito il luogo comune per cui “in questo paese il problema vero sono i sindacati”. Non ci è voluto molto al premier Renzi per capire che se vuole fare andare avanti il proprio lavoro non può stare a sentire i problemi di tutti. Tanto, di polemiche ce ne sono e ce ne saranno sempre tante. Ma, continuando con l’analogia, tutto ciò non porterà agli stessi problemi che ha avuto in tempi non sospetti l’Inghilterra negli anni settanta ed ottanta? Restando il fatto che in questo momento non ci si può che comportare in questo modo, probabilmente no, non porterebbe agli stessi esiti, perché la situazione economica è ben diversa da quella di trenta-quaranta anni fa. L’altro ieri al Forum Confcommercio di Cernobbio ha parlato anche il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, che ha detto: “L’azione di governo è un insieme compatto di misure che si devono sostenere a vicenda, il cui senso risiede non nel singolo provvedimento, ma nell’azione complessiva di riforma, e che si basa su una prospettiva pluriennale”. Una prospettiva pluriennale. Anche questo è stato “promesso” dal premier ai tempi, e sembra proprio che nessuno in questo momento possa fermarlo. A meno di clamorosi imprevisti, Renzi si sta avvicinando al meglio alle europee del 25 maggio, tanto è vero che Grillo per cercare di fermare l’avanzata dell’ex sindaco si è addirittura fatto intervistare in TV da Mentana, quando fino a qualche mese fa espelleva chiunque lo facesse.

 Federico Sconocchia Pisoni – @fedescony

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