martedì 21 giugno 2016

Io, fossi grillino, non esulterei più di tanto

Con questo post rischierò di subire attacchi frontali da parte di molti internauti. Verrò tacciato di rosicamento, di non saper fare analisi, di non accettare mai nessuna sconfitta. Ma se c'è una cosa di cui voglio andare fiero è che non ho paura di essere frainteso. Potrò sbagliare, questo è certo, ma non ho paura di essere male interpretato. Se ciò accadrà, non sarà colpa mia, io scriverò il più chiaramente possibile.

Io, fossi grillino, non esulterei più di tanto. E' vero che ormai si impongono come forza di governo, ma non c'è da far festa. Se è vero che la sinistra è da sempre propensa ad accettare le sconfitte piuttosto che le vittorie, non godendosi nemmeno quelle rare volte in cui accadono, lo stesso però dovrebbe fare in parte il M5S. Soprattutto alla luce del risultato di Roma, che mi dispiace doverlo affermare con forza, per me ha tutta l'aria di essere un semplice voto di protesta. No, che dico protesta, cambiamento. 

Cambiamento, perché i romani si erano stancati delle solite vecchie promesse delle precedenti forze politiche. Cambiamento, perché come si poteva dare ancora una volta fiducia ad un Partito che ha dimesso il suo stesso sindaco? Cambiamento, perché la situazione è disastrosa, perché è meglio a questo punto provarne una nuova. Quante persone ho sentito in questi giorni che mi hanno detto (o scritto su Facebook): io t'ho votato, mo vedi di fare bene?

Io non ci credo che Virginia Raggi sia stata scelta per il programma. Io non ci credo, perché ai romani del programma di Virginia Raggi è arrivata solo la funivia a Casalotti, i pannolini ed il baratto. E' arrivato il 'no' alle Olimpiadi e il mezzo 'no' allo stadio della Roma, cose che, checché se ne dica, non spostano l'ago della bilancia da una parte all'altra. 

Da Ottobre si sapeva che la Raggi, o chi per lei, avrebbe vinto. Era palese e chiaro, così prevedibile che il PD ha messo in campo una serie di personaggi perlopiù sconosciuti o sicuramente di poca presa. Per quanto Giachetti sia una brava persona e in mia opinione un buon politico, non potrà certo mai essere elogiato per il suo carisma. Una campagna elettorale così sottotono, con così tanti errori di comunicazione, io non l'ho mai vista. O almeno, molto raramente. 

Quindi non mi venite a dire che ha vinto la Raggi. Ha vinto il Movimento Cinque Stelle, ma solo perché le alternative erano già bruciate. Ha vinto laddove gli altri hanno fallito, e la vera resa dei conti si avrà fra cinque anni, o forse prima, quando vedremo cosa avranno saputo fare loro al governo. O meglio: quanto bene saranno stati capaci di vendere il loro operato ai cittadini italiani. 

Se si fossero presentate alternative più credibili le cose sarebbero andate molto diversamente. Non è convinzione per le idee del movimento, ma solo mera constatazione che, avendone provati tanti, tanto vale tentare pure con questi. Ed è assurdo come le menti degli altri partiti (PD in primis) non abbiano capito fin da subito questo humus, su cui si muove il M5S. Un partito che non ha sezioni, si basa sulla virtualità, emette proclami, non ha neanche una vera base giovanile organizzata. Già solo averli attaccati sul fatto che non facciano alleanze fa molto pensare, e fa il loro gioco. E' sui contenuti che bisogna, per chi vuole, vincerli. Sul click baiting che porta soldi al blog di Grillo, sulla finta democrazia partecipata fatta per pochi iscritti, anche se già di per sé l'idea della democrazia diretta per me è una boiata pazzesca e confusionaria.

Io, da cittadino romano, come potrei tifare contro il bene della mia città, la più bella del mondo? Io spero che la Raggi faccia bene, ma per una serie di motivi temo questo non accadrà. Che Dio ce la mandi buona.

@FedeScony





lunedì 6 giugno 2016

Effetto Marino? - #ElezioniRoma2016

Si è appena conclusa la prima tornata elettorale di queste amministrative 2016. A Roma è innegabile la vittoria di Virginia Raggi, esponente del Movimento Cinque Stelle, che sorprende tutti con un 35%, più di dieci punti percentuali sopra il diretto concorrente Roberto Giachetti, che si ferma al 24. 

Molti hanno interpretato la vittoria della Raggi come vittoria del voto di protesta: protesta contro la gestione della scorsa amministrazione (e relativo caso Marino, di cui parlerò più avanti) e contro il governo Renzi, e più in generale il Partito Democratico. In effetti, andando a scrutare i voti nei Municipi, sembra proprio essere così. In totale il Movimento Cinque Stelle, nei municipi, ha preso 231 mila voti, la metà rispetto a quelli registrati a livello cittadino. Il PD invece 232 mila, circa settantamila in meno rispetto a quelli per il Consiglio Comunale. Come interpretarlo?

Sembra, a tutti gli effetti, che gli elettori abbiano voluto colpire il Partito Democratico, reo di essere il partito di governo e di essere stato beccato con le mani nella marmellata nello scandalo Mafia Capitale. Nei municipi, però, gli elettori hanno più o meno premiato la precedente giunta, che in ogni caso è di centrosinistra, visto che nel 2013 il PD fece l'en plein conquistando 15 municipi su 15.

Ma sono dati inevitabilmente parziali, sia per lo spoglio ancora in corso (incredibile la lentezza nello scrutinio), sia perché siamo ancora al primo turno, e il ballottaggio - come sentiamo ripetere da tutte le parti - è un'elezione a sé. Fatto sta che il PD rispetto a tre anni fa ha perso quasi la metà dei voti, passando da un 42% al primo turno ad un 24. 

Questo dato mi fa pensare al caso Marino. Sì, perché Renzi ha spinto fortemente affinché l'esperienza Marino finisse, ma dubito fosse così stupido da non pensare che in questo modo avrebbe perso Roma. E allora come si spiega? Fermo restando che Giachetti ancora potrebbe vincere, probabilmente il Presidente del Consiglio ha voluto mettere alla prova il M5S (il famoso 'complotto per farci vincere' di Paola Taverna) per poi poterlo agevolmente battere nelle elezioni vere, quelle del 2018, contando sull'inesperienza della Raggi e sperando in grossi passi falsi della probabile amministrazione capitolina. 

Un gioco d'azzardo molto pericoloso però, che potrebbe essere stato inutile in caso di sconfitta al referendum d'ottobre sulla revisione costituzionale, ormai diventato, purtroppo, un plebiscito pro-contro Renzi. 

Stiamo a vedere cosa accadrà, ma un dato è certo: gli elettori di sinistra non hanno dimenticato il caso Marino, e, come mi disse un signore nella manifestazione dello scorso 25 ottobre in favore di Marino: "non voterò mai più PD. Lo so che è come quel signore che si taglia i coglioni per non far felice la suocera, ma cosa possiamo farci?".

Già, che possiamo farci? Speriamo che chiunque vada al governo capitolino perlomeno non crei ulteriori danni.

@FedeScony