giovedì 27 marzo 2014

Obama dribbla Renzi e punta al Papa.

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato: Obama è in Italia. Noi vi terremo informati sull’evento per tutta la sua durata, un evento ha messo in ginocchio quasi tutta Roma, visto che il presidente deli Stati Uniti d’America toccherà vari luoghi della città. Pernotterà a Villa Taverna, nel quartiere Parioli, per tutta la durata della visita; andrà al Quirinale, per parlare col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed infine parlerà con il premier Matteo Renzi. Ma l’incontro più atteso (soprattutto dalla stampa americana) è quello con Papa Bergoglio. Infatti lo scopo dell’intera visita sembra essere proprio quello di discutere oggi alle 10.30 con il Vescovo di Roma, piuttosto che parlare con le istituzioni politiche Italiane. Ma perché? 

Anzitutto occorre dire che molti personaggi che circondando il Presidente Obama sono cattolici (ed anche lo stesso presidente in gioventù ha collaborato con istituzioni cattoliche): è cattolico John Kerry, il Segretario di Stato, è cattolico Joe Biden, vicepresidente degli States, è cattolico il capo dello staff Denis McDonough, ma è anche cattolica Kathleen Sebelius, segretario della Salute e dei Servizi Umani (corrispondente al nostro Ministero della Salute), che è stata, ed è, al centro del dibattito per la riforma sanitaria (il cosiddetto “Obamacare”), che fra le tante novità proponeva anche di comprendere i costi dei contraccettivi nelle polizze sanitarie dei dipendenti (novità che sembra non piacere affatto all’élite cattolica americana). 


Come è ovvio non si toccheranno temi di carattere etico come il diritto all’aborto, dato che le posizioni dei due sono agli antipodi (come è ovvio che sia), ma la discussione verterà prevalentemente su Siria ed Ucraina, due temi principi per entrambi. Obama tiene particolarmente a questa visita perché all’elezione di Bergoglio hanno contribuito i Vescovi nord-americani, che hanno spinto parecchio per eleggere un Papa “vicino”, nato in Argentina, in Sud-America.Come se con quell’elezione si volesse sfidare (ma ovviamente non si può definire “sfida”) la supremazia europea ed italiana storica nelle elezioni papali. Ciò che più colpisce Obama è come il Papa affronti il tema degli ultimi, cosa che evidentemente non sembrava fare Benedetto XVI, come Bergoglio stia cercando di eliminare tutti quei privilegi acquisiti dalla Chiesa Cattolica durante la sua storia millenaria, compito arduo ma non impossibile. Obama, si potrebbe paradossalmente affermare, vede in Francesco una guida da seguire, vede nel Papa e nelle sue parole un modo per poter cambiare il mondo.  E non è un mistero che spesso Francesco I venga citato dal Presidente degli Stati Uniti d’America. Non me ne voglia Renzi, ma forse il premier è più la scusa che non lo scopo di questo viaggio.


 Federico Sconocchia Pisoni – @fedescony

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