domenica 16 febbraio 2014

Il "golpe" Renzi?

"Golpe!"


Questo è il termine più usato-ed abusato- in questi giorni (soprattutto dal M5S), riferito all'ascesa di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e segretario del PD, a palazzo Chigi.

Ho sentito tante volte dire questa parola: "golpe". Questa volta ho preso il coraggio a due mani e sono andato a cercare sul vocabolario il significato di questo termine (sì, uso ancora i vocabolari).

Gòlpe: [letteralmente "colpo", sottinteso De Estado (di stato)]  Colpo di stato, specialmente quando sia attuato dagli alti ufficiali delle Forze Armate in un paese dell'America Latina.

Ecco, siamo diventati sudamericani e neanche ce ne eravamo accorti. Hasta la vista!

A parte gli scherzi, per golpe di stato si intende, per l'appunto, un colpo di stato, ovvero quando in un paese si insedia un governo illegalmente.

Era ovvio che qualcuno avesse gridato al "golpe" in questi giorni; e se qualcuno ha usato tale termine soltanto per enfatizzare lo stato attuale delle cose, molti altri seguendo tale scia, hanno creduto che veramente ci fosse in atto un colpo di stato mascherato.

Dopo tutta questa riflessione mi è venuto in mente di ripetere qualcosa di banale, qualcosa che già altri hanno detto nelle ultime ore. So che a qualche movimento ciò possa non piacere, ma non siamo in una democrazia diretta, ma parlamentare, dunque non è il popolo che decide chi è il Presidente del Consiglio, ma le camere (composte da senatori e deputati). Quelli sì, eletti dal popolo.

Volendo esagerare a mia volta, in maniera paradossale si può affermare che il vero colpo di stato ci sarebbe stato se il popolo avesse eletto direttamente il Presidente del Consiglio.

Però queste voci, io posso comprenderle. Già una volta era successa una cosa simile, protagonista l'acerrimo nemico di Renzi, Massimo d'Alema, nel 1998. 

E la situazione è simile. Un compagno di partito ha progettato di far cadere il governo del suo stesso partito per avere, detto grossolanamente, potere

Un'unica differenza però. All'epoca non c'era il "governo delle larghe intese". Dunque, a mio avviso, la situazione era più grave, perché nel 1998 non c'era il minimo bisogno di far cadere il Governo Prodi I. Ma questa è tutta un'altra storia...

Inoltre queste sono supposizioni. E' legittimo pensare che Renzi abbia voluto questa "svolta" perché pensa di poter aiutare veramente il paese.


Le spiegazioni della "staffetta"



Sì, è vero, questo passaggio, questa "staffetta", potrebbe sembrare qualcosa di losco, e ad alcuni può far paura anche. 

Personalmente non approvo questa situazione, e pur non ritenendomi elettore PD, ritengo che sia stata una mossa avventata quella di Renzi, forse era meglio passare per le urne... o forse no?

Infatti i sondaggi dicevano che se si fosse andati alle elezioni, non sarebbe stato il partito di Renzi a vincere, ma la compagine di destra, guidata dal leader- non leader Silvio Berlusconi.

L'unica spiegazione che si può dare, dunque, è che Renzi voglia andare alle prossime elezioni (2014? 2015? 2016? 2017? 2018?) con qualcosa in mano, facendo vedere che lui è la persona che effettivamente può cambiare le cose in questo paese.

Inoltre c'è chi sostiene che abbia deciso ora, proprio ora, di far cadere il governo ed insediarcisi, per poter presiedere alla presidenza del consiglio Europeo (ricordo che la presidenza -citando Wikipedia-: 


consiste nella responsabilità di gestire e coordinare il funzionamento del Consiglio dell'Unione europea nelle sue varie formazioni. Tale carica ruota ogni sei mesi tra i diversi stati membri dell'Unione europea e non è ricoperta da una singola persona, ma è esercitata dall'intero governo del Paese che detiene la presidenza di turno).

Forse perché mosso da un vivo desiderio di cambiare l'Europa? Di uscire definitivamente dalla morsa ideologica (e fallimentare) dell'austerity?


Il tempo darà le sue risposte, per ora la situazione è troppo confusa. Speriamo solo che non venga a Roma in treno come fece Mussolini. Sarebbe un assist troppo grande per i "complottisti"


Federico Sconocchia Pisoni



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