mercoledì 14 ottobre 2015

Di Maio e le castronerie sull'immunità parlamentare



Di Maio dice di voler togliere l’immunità parlamentare ai deputati. Tale affermazione (non nuova fra i cinque stelle), è arrivata poco dopo aver criticato nel talk show di Giovanni Floris la riforma costituzionale del Senato, che porterebbe i consiglieri regionali a Palazzo Madama, offrendogli l’immunità parlamentare. Essendo la classe politica più corrotta (vedi i vari scandali a livello regionale), Di Maio vede nell’immunità “regalata” a costoro un grave pericolo per la democrazia.
Di qui è arrivato a dire che bisogna togliere ogni protezione ai parlamentari, perché “è giunta l’ora che i politici vadano in galera”. Quello che Di Maio non sa è che (oltre al fatto che siamo in una democrazia parlamentare, e dunque i tre poteri sono DIVISI e nessuno può prevalere sull’altro), è anche che i politici ci vanno in prigione. 

Citando Wikipedia, che riprende dall’articolo 68 della Costituzione Italiana:

“È quindi consentito: sottoporre ad indagini i parlamentari senza richiedere l'autorizzazione della Camera di appartenenza, arrestare il parlamentare in presenza di una sentenza irrevocabile di condanna e mettere in arresto il parlamentare nel caso in cui sia colto nell'atto di commettere un reato per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Mentre non è consentito all'autorità giudiziaria, senza la preventiva autorizzazione della Camera: sottoporre a perquisizione personale o domiciliare il parlamentare, arrestare o privare della libertà personale il membro del Parlamento ad eccezione di una sentenza irrevocabile o della flagranza, e procedere ad intercettazioni delle conversazioni o comunicazioni e a sequestro della corrispondenza”.

Insomma, caro Di Maio, l’Italia avrà tanti problemi, ma questo dell’immunità non può essere definito tale. Trovo che il suo ragionamento sia di una pericolosità inaudita, perché vedrebbe una nefasta commistione fra il braccio giudiziario e quello esecutivo-legislativo. E la trovo anche una trovata stupida ed inutile, dato che un parlamentare può essere arrestato, previa da autorizzazione a procedere da parte della Camera.
La colpa non è delle leggi, ma in questo caso di chi vota o meno l'autorizzazione a procedere. E (non) mi meraviglio che un esponente autorevole delle istituzioni come lei respinga queste considerazioni, perché l’importante, oggi, nel 2015, è creare una classe politica nuova, che possa essere sfiduciata in modo secco alle elezioni. Se un mio parlamentare non ha autorizzato a procedere nei confronti di colui che ritengo un criminale, non avrà più il mio voto. Sarà passato troppo tempo? Intanto la democrazia è salva.

Twitter: @fedescony
Instagram: fede.scony


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